Chi non ha mai sentito parlare di Make or Buy? In una Corporate o PMI stabilire se svolgere un’attività da sé o farla fare da esterni è una decisione all’ordine del giorno. Ma anche nel quotidiano ogni famiglia applica tale concetto; assumere una persona come baby sitter o curarsi direttamente dei figli, è Make or Buy.
Fin qui nulla di nuovo.
Il tema che sta emergendo sempre più forte nel mondo del business è la natura della valutazione di Make or Buy. Ad oggi le gran parte delle valutazioni di Make or Buy sono di natura tattica, cioè relative a progetti o attività che dovranno essere svolte nel breve termine (entro 12 mesi, ma spesso molto prima).
Quando si è focalizzati troppo sul day by day le funzioni aziendali spesso vengono over-staffate (magari anche su attività non a valore). Si è dunque obbligati a porre la famigerata “pezza” per non compromettere il business…
Ecco! Qui si celano i rischi del Make or Buy tattico!
Le conseguenze critiche sono:
- Outsourcing di componenti/attività fondamentali per il business core dell’azienda con relative perdite di know-how, valore di intangible e dunque di valore per l’intera impresa
- Single sourcing (monopolio di fornitura) e dunque riduzione di bargaining power
- Forza lavoro impegnata su attività a basso valore con conseguente riduzione di motivazione di personale talvolta altamente qualificato
Situazione disperata…come risolverla?
Alcuni industry virtuose hanno iniziato ad effettuare valutazioni di Make or Buy di natura strategica, focalizzando lo sforzo su quello che dovrà essere fatto o prodotto nei prossimi 3-5 anni piuttosto che entro i prossimi 12 mesi.
La sfida in questo caso è molto più articolata.
Il set di informazioni e di interazioni che l’azienda deve avere tra le diverse funzioni è più fitta.
Alcuni esempi:
- La strategia va coinvolta per essere sicuri che i volumi futuri previsti nel piano industriale siano affidabili
- Il Business Development e la funzione commerciale devono prendersi le dovute responsabilità di quello che hanno dichiarato nel piano
- Le funzioni più tecniche devono aver chiaro il know how presente in azienda ed eventualmente quello che vorranno costruire in base alla strategicità dei prodotti/programmi futuri
- Il procurement dovrà essere reattivo alle decisioni e dotarsi di giusti canali per attivare un sourcing allineato
- Ultimo, ma non sicuramente per importanza, l’intero management che dovrà investire le risorse necessarie affinché la strategia dia i suoi frutti
Impresa non facile, ma necessaria per garantire un futuro alle aziende grazie a innovazione e cambiamento!